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Come rendere un sito accessibile
27 ottobre 2025Rendere un sito accessibile è prioritario per chi oggi gestisce siti web, e-commerce e applicazioni digitali.
Dal 28 giugno 2025, con l’entrata in vigore dell’European Accessibility Act (EAA, Direttiva 2019/882), tutte le aziende con più di 10 dipendenti e fatturato superiore a 2 milioni di euro sono tenute a garantire l’accessibilità dei propri servizi online.
L’accessibilità, però, oltre a essere un requisito tecnico e legale, rappresenta sempre più un vantaggio competitivo e strategico.
Un sito fruibile da tutti gli utenti può infatti ampliare il bacino dei visitatori, migliorare i tassi di conversione, favorire il posizionamento SEO e rafforzare la reputazione del brand, dimostrando attenzione ai principi di inclusione e responsabilità sociale.
Questo approfondimento si rivolge ad aziende e professionisti che vogliono affrontare l’accessibilità con un approccio strutturato e rigoroso, basato sull’esperienza di specialisti come Accessibilità Digitale, fondata da Angelo Antonio Annibaldis, CEO & CRO Specialist e Manfredi Annibaldis, COO & Accessibility Web Expert.
Il quadro normativo

Quadro normativo di riferimento: EAA 2019/882, D.Lgs. 82/2022, UNI EN 301 549.
Per capire come rendere un ecosistema digitale accessibile è prioritario affrontare in primis il tema delle barriere digitali e del loro abbattimento. Un sito viene definito accessibile quando può essere fruito indipendentemente dalle condizioni fisiche, sensoriali o cognitive dell’utente.
Un portale inclusivo, senza quelle barriere che limitano la navigazione, deve quindi essere utilizzabile da persone con disabilità visive (screen reader), motorie (navigazione da tastiera), uditive (sottotitoli e trascrizioni) e cognitive (interfacce lineari e prevedibili).
Dal punto di vista normativo, l’accessibilità è definita dalle WCAG (Web Content Accessibility Guidelines), le linee guida del W3C che sono diventate lo standard internazionale di riferimento.
In Europa queste linee guida sono recepite nella norma EN 301 549 che specifica i requisiti di accessibilità per prodotti e servizi ICT.
L’Italia, con il Decreto Legislativo 82/2022 e le linee guida AGID, ha introdotto un quadro specifico anche per soggetti privati, estendendo così l’obbligo alle aziende.
Sul piano pratico, un sito accessibile deve rispettare quattro principi fondamentali: la percepibilità, tutti i contenuti devono essere presentati in più forme alternative (testuali, visive o audio); l’usabilità, il sito deve essere navigabile da tastiera, con tempi adeguati e senza rischi di convulsioni da elementi lampeggianti; la comprensibilità, i contenuti e le interfacce devono essere chiari, leggibili e prevedibili; la robustezza, il sito deve essere compatibile con tecnologie assistive presenti e future.
Nota sull’expertise: l’accessibilità è un criterio che va progettato fin dall’inizio e non può essere visto come un “restyling” aggiunto al termine del percorso. I widget e i plugin non bastano e, secondo un’analisi Nielsen Norman Group, possono persino introdurre nuove barriere.
Come sottolinea Angelo Antonio Annibaldis, ciò che serve è un approccio integrato che parte dall’assessment tecnico, passa dal redesign accessibile, arriva al testing con utenti reali e si conclude con una dichiarazione legale certificata.
Aspetti chiave

L’audit tecnico di Accessibilità Digitale combina analisi WCAG, test utente e validazione legale.
Il percorso per rendere un sito accessibile richiede una visione a 360 gradi che tenga conto di elementi tecnici, legali e organizzativi, tutti gestiti con il rigore derivante dall’esperienza sul campo.
Aspetti tecnici: expertise di Manfredi Annibaldis
Per lavorare sull’accessibilità si inizia ad analizzare il codice, richiedendo un markup semantico corretto attraverso l’utilizzo di HTML5 in combinazione con ARIA (Accessible Rich Internet Applications).
In questo modo è possibile strutturare correttamente i contenuti e facilitare la navigazione da parte di utenti con disabilità.
Vi sono però ulteriori elementi tecnici da garantire: navigazione da tastiera completa con controlli interattivi (link, pulsanti, campi form); contrasti cromatici adeguati e coerenti con le linee guida WCAG 2.1; form e campi interattivi con etichette associate tramite attributi HTML (label o aria-label), pulsanti descrittivi e identificabili; immagini con testo alternativo significativo (alt text); video con sottotitoli sincronizzati e, se possibile, trascrizioni testuali; infine, link descrittivi che chiariscono la destinazione o l’azione, evitando formulazioni generiche come “clicca qui”.
Manfredi Annibaldis

COO & Accessibility Web Expert, è il cuore tecnico di questo processo. La sua esperienza in ambienti complessi, spaziando da Shopify a WordPress, fino a framework come Laravel e Vue, garantisce che gli elementi tecnici chiave vengano rispettati: navigazione da tastiera completa, contrasti cromatici adeguati, form e campi interattivi con etichette associate (tramite label o aria-label), immagini con testo alternativo significativo (alt text) e link descrittivi.
Aspetti legali: competenza di Angelo Antonio Annibaldis
Ma quali sono i soggetti obbligati ad adeguarsi alla normativa? L’European Accessibility Act (EAA) prevede un’esenzione solo per le microimprese (meno di 10 dipendenti e fatturato inferiore ai 2 milioni di euro). Oltre quella soglia, tutte le altre aziende rientrano pienamente nell’obbligo di conformità.
Angelo Antonio Annibaldis

In qualità di Accessibility Web Expert, sottolinea che la conformità richiede un rigore legale estremo.
Le aziende sono tenute a redigere e pubblicare una Dichiarazione di Accessibilità, aggiornata regolarmente, che attesti il livello di rispetto degli standard WCAG. Il D.Lgs. 82/2022 stabilisce sanzioni amministrative per quei soggetti che non rispettano tali pobblighi.
Gli importi variano in base alla gravità della violazione, partendo da alcune migliaia di euro fino a un massimo di 40.000 euro, con ulteriori misure in caso di mancata ottemperanza ai provvedimenti dell’autorità di vigilanza.
Oltre alle sanzioni economiche, la normativa prevede interventi correttivi che possono includere l’oscuramento del sito web, la rimozione delle applicazioni dagli store digitali e la pubblicazione della violazione, con conseguenti danni reputazionali.
Per questo motivo, l’adeguamento deve essere considerato come una vera e propria attività di risk management, essenziale per tutelare l’azienda sotto il profilo legale, operativo e reputazionale.
Guarda il video sugli aspetti legali dell’accessibilità web
Aspetti Organizzativi
Per rendere un sito web accessibile è richiesto un processo strutturato in cui coinvolgere più figure professionali e fasi operative: l’assessment preliminare (audit), un’analisi completa del sito per individuare criticità tecniche, problemi di UX/UI e lacune nella conformità agli standard di accessibilità; la remediation tecnica, interventi sul codice per correggere errori come markup non semantico, immagini senza alt text, form non etichettati e problemi di navigazione da tastiera; la progettazione accessibile (UX/UI) con interfacce e percorsi di navigazione che rispettano i principi di percezione, operabilità, comprensibilità e robustezza; lo user testing con utenti con disabilità per verificare la fruibilità pratica dei contenuti; il presidio continuo con formazione del team, monitoraggio, verifiche periodiche e aggiornamenti per garantire la conformità nel tempo.
Attenzione: si pensa l’accessibilità possa essere risolta tramite widget, overlay o strumenti di adattamento automatico, ma l’unico approccio realmente valido è però quello “by design”. L’accessibilità nativa, integrata fin dalle prime fasi del progetto, riduce i costi futuri e garantisce l’efficacia.
Questo approccio basato sull’esperienza sul campo è stato applicato con successo per garantire l’accessibilità di grandi brand come Luxottica, Pittarosso, Borbonese, CallMeWine, Alessi e ClioMakeUp, progettando sistemi digitali che rispettano i diritti di tutti gli utenti.
In particolare è stato sviluppato lo shop del Parma Calcio accessibile by design (vedi foto copertina dell’articolo), rispettando al contempo le brand guidelines del Club e le linee guide previste per un’esperienza accessibile.
Qui trovi la storia completa di questo shopify accessibile by design.
Vantaggi

L’accessibilità web è un investimento che genera maggiori conversioni e utenti, migliora la reputazione e riduce i rischi legali.
L’adozione dei criteri di accessibilità digitale produce benefici significativi, oltre il semplice adempimento alla normativa. Ma quali sono?
- Vantaggi economici e di mercato: in Europa oltre 80 milioni di cittadini hanno disabilità permanenti, ai quali si aggiungono anziani e persone con limitazioni temporanee o tecnologiche (es. connessione lenta, dispositivi mobile e display piccoli). Rendere un sito accessibile significa quindi ampliare in modo esponenziale il potenziale bacino di utenti, migliorando la customer experience per tutti e incrementando le opportunità di conversione.
- Vantaggi SEO e digitali: molte pratiche di accessibilità coincidono con le best practice SEO di Google, creando un effetto sinergico che migliora l’indicizzazione sui motori di ricerca e la qualità del traffico. In questo senso, l’accessibilità diventa un driver strategico non solo di inclusione, ma anche di performance digitale e marketing efficace.
- Vantaggi reputazionali ed ESG: le aziende che investono in accessibilità migliorano la percezione del brand. Dal punto di vista ESG (Environmental, Social, Governance), l’accessibilità diventa un indicatore di governance responsabile e sostenibile, un parametro sempre più considerato da investitori, partner commerciali e bandi pubblici, influenzando positivamente le opportunità di finanziamento e collaborazione.
- Vantaggi Legali e di Risk Management: la conformità tutela l’azienda da possibili contenziosi legati a discriminazione digitale che potrebbero essere avviati da utenti con disabilità o associazioni di categoria. La gestione proattiva dell’accessibilità evita, inoltre, la comparsa negli elenchi ufficiali di inadempienti, con effetti immediati sulla reputazione e sull’affidabilità percepita dai clienti, partner e investitori.
In sintesi, l’accessibilità è prima di tutto progettazione di qualità. Integrare criteri accessibili fin dalle prime fasi del progetto, con un partner autorevole e con esperienza comprovata, riduce i costi futuri e mette l’azienda al riparo dai rischi normativi.
Per le aziende soggette alle disposizioni europee e nazionali (EAA e D.Lgs. 82/2022) il tempo per agire concretamente è ora, l’applicazione delle regole è già operativa e le autorità dispongono di strumenti sanzionatori e correttivi.
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